Critical mass è uno strumento di lotta adottato
da ciclisti di tutto il mondo per rivendicare maggiore spazio per le biciclette.
L'idea di base è che una "massa" di ciclisti, può essere molto ingombrate e può
farsi vedere molto bene. Si tratta infatti di pedalare tutti insieme per le vie
della città. L'itinerario non è deciso in partenza, ma affidato
all'estemporaneità di chi sta davanti. Il nome ha origini lontane. In Cina, che
non è più il paradiso della bicicletta; può capitare che i ciclisti non riescano
ad attraversare un incrocio privo di semaforo per colpa del traffico
automobilistico. Solo quando si ammassa un sufficiente numero di ciclisti (una
massa critica), le biciclette riescono ad interrompere il traffico
automobilistico ad a passare. Da qui il nome. I ciclisti che vogliono
partecipare a critical mass sanno che si ritroveranno con gli altri in un certo
posto e ad una certa ora (ad esempio: nella piazza "tale" l'ultimo venerdì del
mese alle 18:00). Una volta che la massa si è riunita inizia a circolare,
teoricamente rispettando il codice della strada, in realtà rallentando la
circolazione automobilistica. Fondamentalmente, è un modo per riappropriarsi
delle strade, un modo per dire "Ehi, ci siamo anche noi e abbiamo i vostri
stessi diritti!". Anche se, a dire il vero, Critical Mass non è di nessuno; non
ci sono organizzatori né rivendicazioni preconfezionate: ognuno partecipa
all'evento a titolo personale, facendosi portatore di un proprio messaggio (che
non necessariamente deve essere coincidente con quello dei più). Non esistono
volantini "ufficiali" né portavoce. Ovviamente Critical Mass è del tutto
pacifica, anche se, in alcune occasioni, ci sono stati dei momenti di conflitto
fra ciclisti particolarmente "incavolati" ed automobilisti troppo aggressivi.
L'idea è stata lanciata a San Francisco nel 1992, ma è stata ripresa in molte
città del mondo, soprattutto in America, ma anche in Europa. soprattutto in Gran
Bretagna ma viene insospettabilmente praticata anche nella ciclabilissima
Copenaghen e nella civilissima Zurigo.
In Italia Milano è stata la prima città italiana ad avere un regolare evento
critical mass, con cadenza addirittura settimanale, a partire da febbraio del
2002. La prima volta erano solo in 15, ma poi sono arrivati ad essere più di
200, via via che la voce si diffondeva e la stagione si avviava verso la
primavera. Il 1 giugno 2002 è stata la volta di Roma, con circa 50 persone. I
ciclisti romani hanno pedalato a 9 km/h occupando l'intera carreggiata stradale
e rispondendo col campanello ai clacson degli automobilisti arrabbiati. Molte
altre città hanno seguito l'esempio di Milano e Roma: Torino, Bologna, Brescia,
Cagliari, e molte altre.
Bloccare il traffico? Ci sono due scuole di pensiero su quale debba essere
l'atteggiamento della massa di ciclisti nei confronti del traffico
automobilistico. Da un lato c'è chi sostiene che i ciclisti devono
fondamentalmente rispettare il codice della strada e deve essere lasciata almeno
una corsia libera per chi vuole sorpassare; dall'altro c'è chi dice che la massa
deve occupare l'intera carreggiata ("non stiamo bloccando il traffico, noi siamo
traffico") costringendo le macchine alla velocità delle biciclette.