Con il termine inquinamento ci si riferisce ad un'alterazione di una caratteristica ambientale causata, in particolare, da attività antropica. Il termine è quanto mai generico e comprende molti tipi di inquinamento, il suo uso inoltre non è legato al solo inquinamento ambientale.
Generalmente si parla di inquinamento quando l'alterazione ambientale compromette l'ecosistema danneggiando una o più forme di vita. Allo stesso modo si considerano atti di inquinamento quelli commessi dall'uomo ma non quelli naturali (emissioni gassose naturali, ceneri vulcaniche, aumento della salinità).
Quando si parla di sostanze inquinanti solitamente ci si riferisce a prodotti della lavorazione industriale (o dell'agricoltura industriale) tuttavia è bene ricordare che anche sostanze apparentemente innocue possono compromettere seriamente un ecosistema: per esempio del latte o del sale versati in uno stagno. Inoltre gli inquinanti possono essere sostanze presenti in natura e non frutto dell'azione umana. Infine ciò che è velenoso per una specie può essere vitale per un altra: le prime forme di vita immisero nell'atmosfera grandi quantità di ossigeno come prodotto di scarto per esse velenoso.
Una forte presa di coscienza sui problemi causati dall'inquinamento industriale (ed in particolare dai cancerogeni) è avvenuta nel mondo occidentale a partire dagli anni settanta. Già negli anni precedenti tuttavia si erano manifestati i pericoli per la salute legati allo sviluppo industriale.
In teoria tutte le attività e l'ambiente costruito dall'uomo hanno costiutito e costiutiscono inquinamento del ambiente naturale, in quanto interreagiscono con lo stesso e ne mutano la sua conformazione originaria. In pratica, se il costruito è in armonia con la struttura naturale, come lo è stato per millenni, si crea un nuovo sistema in equilibrio, che non dannegia il primitivo stato, ma anzi può portare ad una valorizzazione dell'ambiente in sé.
Se qualcosa costituisca inquinamento spesso dipende dal contesto: lo sviluppo massiccio di alghe e la conseguente eutrofizzazione di laghi e zone costiere è considerata inquinamento quando è alimentata da sostanze nutrienti provenienti da scarichi industriali, agricoli o residenziali.
L'ossido d'azoto prodotto dall'industria è spesso considerato inquinante sebbene la sostanza in sé non sia dannosa. In effetti è l'energia solare che lo trasforma in smog.
Le emissioni di biossido di carbonio sono talvolta considerate inquinamento sulla base del fatto che hanno portato a un cambiamento climatico globale che prende il nome di effetto serra. Ma poiché tali affermazioni sono molto discusse, soprattutto negli ambienti politici conservatori di alcuni paesei occidentali come gli Stati Uniti, in molti contesti ci si riferisce al biossido di carbonio con il termine neutro di emissioni.
Esistono un inquinamento a livello locale e uno a livello globale. In passato si pensava che solo il primo costituisse un problema. Per esempio la combustione del carbone produce un fumo che in concentrazioni sufficienti può essere un pericolo per la salute. La teoria era che quando l'inquinante fosse sufficientemente diluito non potesse causare danni. Negli ultimi decenni ci si è resi conto che alcuni tipi di inquinamento costituiscono un problema globale. Per esempio l'attività umana, soprattutto i test nucleari, hanno consistentemente alzato il livello di radiazione di fondo in tutto il mondo, cosa che può portare a problemi di salute umana. Tra le altre cose anche la consapevolezza dei due tipi di inquinamento ha portato alla nascita di un movimento ambientalista che cerca appunto di limitare l'impatto umano sull'ambiente. Si può definire l’inquinamento atmosferico come la presenza nell'atmosfera di sostanze che causano un effetto misurabile sull’essere umano, sugli animali, sulla vegetazione o sui diversi materiali; queste sostanze di solito non sono presenti nella normale composizione dell’aria, oppure lo sono ad un livello di concentrazione inferiore. Gli inquinanti vengono solitamente distinti in due gruppi principali: quelli di origine antropica, cioè prodotti dall’uomo, e quelli naturali.
In tutti i casi di inquinamento possiamo individuare delle sorgenti (i produttori) e dei recettori. Gli effetti sui recettori sono differenti a seconda dei tempi di esposizione, brevi (secondi-minuti), medi (ore-giorni) o lunghi (mesi-anni).
Per quanto riguarda la tossicità sull'uomo uno,
dei parametri più utilizzati è il cosiddetto LD50, ovvero la dose che uccide il
50% di individui sottoposti a teale dose. Le unità di misura dei LD50 sono
milligrammi di sostanza per kilogrammo di peso dell'individuo: si tratta di una
misura della tossiticità acuta. In base a questo parametro le sostanze si
dividono in:
* scarsamente tossiche (ad esempio l'alcool etilico, LD50 = 10000 mg/kg);
* moderatamente tossiche (ad es. il sale da cucina, LD50 = 4000 mg/kg);
* molto tossiche (ad es. DDT, LD50 = 100 mg/kg);
* super tossiche (ad es. tossina del botulino, LD50 = 0,00001 mg/kg).
Si può notare come tra le sostanze più tossiche in natura ci siano quelle naturali. Tra gli elementi ed i composti chimici i più tossici (per ingestione) sono:
* Selenio, dose letale media 5 mg/kg
* Cianuri, dose letale media 10 mg/kg
* Mercurio, dose letale media 23 mg/kg
* Arsenico, dose letale media 45 mg/kg
* Bario, dose letale media 250 mg/kg
Per quanto riguarda la tossicità cronica possiamo invece individuare:
* sostanze cancerogene, in grado di provocare il
cancro. Sono poche le sostanze scientificamente dimostrate essere cancerogene,
tra esse ricordiamo fibre di amianto, composti del cromo esavalente, cloruro di
vinile, benzo(a)pirene, catrame nel fumo di sigarette, raggi X e UV;
* sostanze teratogene, in grado di provocare malformazione sui feti; tra queste:
mercurio metile, composti del piombo, alcool, dietilstilbestrol (DES),
talidomide, morbillo, raggi X;
* sostanze mutagene, in grado di innescare delle mutazioni che possono portare
al cancro; tra queste: composti di piombo e mercurio, benzo(a)pirene, gas
nervino, raggi X e UV.
Le principali sostanze tossiche che si possono avere nell'atmosfera sono: arsenico, amianto, benzene, cadmio, tetracloruro di carbonio, cromo, diossano, dibromuro e dicloruro di etilene, piombo inorganico nichel, nitrosoammine, percloroetilene, idrocarburi policiclici aromatici (IPA), cloruro di vinile, clorofluorocarburi (CFC). Inoltre uno dei maggiori agenti inquinanti presenti nell'aria è il particolato atmosferico, che viene suddiviso in base al diametro medio in micron.
L'esigenza di beni e servizi per l'uomo occidentale del XXI secolo non ha precedenti nella storia, ed è proprio sull'aumento costante dei consumi che si fonda lo stato di salute delle economie.
Ogni attività umana, dalla grande scala della produzione industriale alla microscala individuale delle piccole attività quotidiane, rilascia sostanze chimiche che prima o poi confluiscono nella grande discarica che è la biosfera.
Se abbiniamo queste due considerazioni emerge chiaro il fatto che gli uomini, sia per la crescita numerica che per la crescita delle loro esigenze, col tempo sembrano destinati ad esercitare un impatto sempre più aggressivo nei confronti dell'ambiente.
Quest'ultimo rappresenta il volto scomodo dello sviluppo; se l'Umanità fosse in grado di imparare dai propri errori, oggi i paesi emergenti si avvierebbero lungo "percorsi puliti" di sviluppo, e non si limiterebbero a ripercorrere le esperienze discutibili delle società opulente dell'ultimo cinquantennio, con il relativo carico ambientale. Purtroppo i percorsi virtuosi sono anche quelli più costosi ed oggi, per tre miliardi di indiani e cinesi la cosa più importante è accelerare al massimo lo sviluppo senza perdere tempo e danaro in attenzioni particolari per le conseguenze ambientali e sanitarie. L'adozione dell'industrializzazione, come via più breve ad un rapido sviluppo economico, porta con sé il trasferimento in grande scala, dai Paesi più sviluppati, di tecnologie spesso superate e sporche.
Una prova del prezzo che il pianeta paga al suo convulso sviluppo, incapace di limitare il deterioramento della qualità dell'aria attraverso l'emissione di polveri sospeseDizionario, composti organici volatiliDizionario e ossidi d'azotoDizionario dovuti in gran parte a processi di combustione, è visibile nelle seguenti foto.
In senso lato possiamo parlare di inquinamento in molte accezioni, ma sempre per segnalare un fenomeno di deturpamento dell'ambiente che ci circonda, naturale, umano o relazionale.
Inquinamento può essere riferito alla manipolazione di prove processuali per impedire l'individuazione di responsabilità penali. Lo stesso termine può essere riferito al deterioramento del tessuto sociale dovuto al diffondersi di pratiche comportamentali dubbie e non legali, così come può avere valenza estetica nei confronti di ambienti naturali deturpati da comportamenti ignobili (abbandono di immondizie) o panorami sfigurati da costruzioni orrende. Con un'accezione fisica, possiamo citare esempi di inquinamento acustico in ambiente lavorativo, urbano o naturale, nonchè di inquinamento termico, quando ad esempio si provoca l'innalzamento della temperatura di un bacino idrico ad opera di uno scarico. Immondizie e depositi di rottami provocano un inquinamento visivo od estetico.
Anche un organismo può essere definito "inquinante" quando si tratti dell'immissione in un habitat di un organismo "esotico" (pianta o animale) invasivo, che sia capace di alterare gli equilibri tra gli organismi dell'ecosistema interessato (mare, lago, fiume). Specie "non native", incluse specie transgeniche (O.G.M.), possono produrre nel mondo vegetale una forma particolare di inquinamento, il cosiddetto inquinamento genetico. Con questo termine si fa riferimento alla diffusione incontrollata di geni (o transgeni) nei genomi di piante dello stesso genere o anche di specie diverse nei quali tali geni non sono presenti in natura. Per esempio, un vegetale modificato per resistere agli erbicidi potrebbe impollinare a parecchi chilometri di distanza una specie simile, magari infestante (es. erbacce), creando vegetali immuni agli erbicidi, con ovvie conseguenze sui raccolti. L'inquinamento genetico è alla base della controversia sull'uso di organismi geneticamente modificati (O.G.M.) in agricoltura.
In senso più stretto il termine inquinamento è riferito all'immissione in un ambiente di sostanze chimiche estranee (inquinanti) capaci di alterarlo in modo apprezzabile dal punto di vista fisico, chimico, biologico ed ecologico.
L'inquinamento può avere origine naturale (grandi incendi forestali, grandi anossie di corpi idrici da esplosioni algali, eruzioni vulcaniche, ecc.) o antropica: guerre (ad esempio l'uso di armi all'uranio impoverito), trasporti (versamenti accidentali di petrolio in mare da petroliere), uso di tecnologie industriali obsolete (ad es. problemi ambientali che derivano dall'uso di risorse naturali in proporzioni superiori alla loro capacità rigenerativa, o dalla sovrapproduzione di rifiuti o, ancora, dal cattivo trattamento dei rifiuti stessi).