Secondo i dati dell’autorevole rapporto “State of the world” del Worldwatch Institute americano, circolano in tutto il mondo più di 520 milioni di automobili. In molte parti del mondo, aumentano gli spostamenti di persone e merci con auto, camion e aerei, mentre diminuiscono treno, bicicletta e altri mezzi di trasporto a minore impatto ambientale. Negli Stati Uniti, tra il 1969 e il 1995, il nucleo di veicoli privati è aumentato ad un ritmo sei volte superiore a quello della popolazione. In Europa occidentale, le auto sono più che raddoppiate tra il 1970 e il 1995. La Cina con oltre 1,3 miliardi di abitanti ha 13 milioni di automobili ma il suo governo ha deciso di puntare decisamente sull’industria automobilistica, sebbene sconsigliato da molti esperti. Se la Cina dovesse avere un automobile ogni due abitanti vi sarebbero 640 milioni di automobili, più di tutte quelle presenti oggi al mondo. In Italia negli ultimi 10 anni gli spostamenti sono aumentati del 23%, ma non certo con il trasporto pubblico: l'Italia detiene il primato mondiale di auto pro-capite con 56 macchine ogni 100 abitanti (15% in più rispetto al 1990).
In questi ultimi anni la maggioranza delle nostre città ha sperimentato blocchi della circolazione, targhe alterne o altri provvedimenti restrittivi della mobilita’. Il traffico sta infatti avvelenando l’aria delle nostre piccole e grandi metropoli: le concentrazioni di benzene, polveri e altri inquinanti stanno da anni superando il livello di guardia, mentre il traffico pesante dei TIR ha reso le nostre autostrade congestionate e insicure, contribuendo alla Ma le emissioni dei motori a scoppio sono anche responsabili dei cambiamenti climatici: in Italia circa il 30% delle emissioni di anidride carbonica (principale gas ad effetto serra) derivano proprio dal settore dei trasporti.
In Europa, secondo un recente studio dell’OMS, l’inquinamento da traffico e’ correlato alla morte prematura di circa 80.000 persone, mentre ogni anno 120 mila persone, un terzo delle quali ha meno di 25 anni, muoiono a seguito di incidenti stradali; una ricerca effettuata in Austria, Francia e Svizzera ha rilevato che l’esposizione cronica di adulti all’inquinamento da traffico causa circa 21.000 morti premature all’anno per malattie respiratorie e cardiache, e circa 300.000 casi di bronchite nei bambini, con costi sanitari valutabili intorno ai 26 milioni di Euro.
Oggi è necessario un riequilibrio del sistema dei trasporti, in favore della ferrovia e dei trasporti a basso impatto ambientale. Deve essere invertito e capovolto il rapporto esistente tra la quota di merci spostata su gomma (oggi circa l’80%) con quella che viaggia su ferro (appena il 20%), come già avviene in paesi europei come Francia e Svizzera. L’Italia, paese con 7.000 km. di coste, deve anche sfruttare le vie del mare, e sviluppare il cabotaggio. Nelle città è necessario il potenziamento delle reti di trasporto pubblico, che deve diventare una valida alternativa all’auto privata. Il miglioramento della qualità dell'aria dei centri urbani e lo snellimento del traffico sono obiettivi perseguibili solo attraverso il potenziamento del trasporto collettivo. A questo devono affiancarsi campagne di incentivo all'uso dei mezzi pubblici verso i cittadini, e la sperimentazione di forme innovative di mobilita’: taxi collettivo a prezzi agevolati, car pooling, car sharing, oltre a biciclette e motorini elettrici.