Un social network consiste di un qualsiasi gruppo di persone connesse tra loro da diversi legami sociali, che vanno dalla conoscenza casuale ai vincoli familiari. Le social network sono spesso usate come base di studi inter-culturali in sociologia e in antropologia. Esiste anche l'"analisi delle reti sociali", ovvero la mappatura e la misurazione delle reti sociali. Le reti sociali sono studiate con un formalismo matematico usando la teoria dei grafi. Più precisamente, il corpus teorico ed i modelli usati per lo studio delle reti sociali, sono compresi nella cosiddetta Social Network Analysis.
La regola dei 150 dice che le dimensioni di una vera rete sociale sono limitate a circa 150 membri. Questo numero è stato calcolato da studi di sociologia e soprattutto di antropologia, sulla dimensione massima di un villaggio (in termini più attuali meglio definibile come un ecovillaggio). Viene teorizzato nella psicologia evoluzionista che il numero potrebbe essere una specie di limite superiore all'abilità media degli esseri umani di riconoscere dei membri e tenere traccia degli avvenimenti emotivi di tutti i membri di un gruppo. In alternativa potrebbe essere dovuto a una questione economica, e al bisogno di individuare gli "scrocconi", in quanto gruppi più grandi tendono a facilitare il prosperare di ingannatori e bugiardi. Ad ogni modo, sembrerebbe che il capitale sociale venga massimizzato a queste dimensioni. Joi Ito suggerisce che il concetto di rete sociale sia cruciale per quella che egli chiama "democrazia emergente" — il collegamento vitale tra la rete creativa di al più una dozzina di persone, le reti di potere create da religione, lingua, tribù e legami di parentela, e le tradizioni etiche ad esse associate. Queste sono da lui viste come l'unico percorso verso una cosiddetta seconda superpotenza.
La versione Internet delle reti sociali è una delle forme più evolute di comunicazione in rete, ed è anche un tentativo di violare la "regola dei 150". La rete delle relazioni sociali che ciascuno di noi tesse ogni giorno, in maniera più o meno casuale, nei vari ambiti della nostra vita, si può così "materializzare", organizzare in una "mappa" consultabile, e arricchire di nuovi contatti.
Il fenomeno delle social network nacque negli Stati Uniti e si è sviluppato attorno a tre grandi filoni tematici: l'ambito professionale, quello dell'amicizia e quello delle relazioni amorose. Le social network online ebbero un'esplosione nel 2003, grazie alla popolarità di siti web come Friendster, Tribe.net e LinkedIn. Il motore di ricerca Google, ha lanciato Orkut il 22 gennaio 2004. Kibop, una social network in spagnolo e portoghese, ha debuttato anch'essa nel 2004. In Italia il primo dei grandi portali passati verso questo tipo di social network è stato superEva, ma sono comunque vivissime le communità di italiani su Orkut e LinkedIn.
Siti come LiveJournal, che incoraggiano l'interconnessione di weblog, si avvicinano a quest'idea. Ulteriori evoluzioni sono date dalle Semantic Social Network, che interconnettono sia persone che weblog, come ad esempio StumbleUpon e Funchain. Le social network possono essere organizzate anche attorno a modelli di business, come ad esempio nel caso di Ecademy, ReferNet o Shortcut. Le social network e il community networking stanno generando approcci innovativi al lavoro delle organizzazioni della società civile in direzione di uno sviluppo sostenibile.
Le social network sono comunità costituite da un insieme di persone che hanno stessi interessi. Per entrare a far parte di un social network occorre costruire il nostro profilo personale partendo dal nostro indirizzo email fino ad arrivare ai nostri interessi e alle nostre passioni (utili per le aree "amicizia" e "amore"), alle esperienze di lavoro passate e relative referenze (informazioni necessarie per il profilo "lavoro"). A questo punto possiamo invitare i nostri amici a far parte del nostro network e i nostri amici a loro volta possono fare lo stesso, cosicché ci troviamo ad allargare la nostra cerchia di contatti con gli amici dei nostri amici e così via, idealmente fino a comprendere tutta la popolazione del mondo, proprio come prospettato nella famosa teoria dei sei gradi di separazione del sociologo Stanley Milgram (1967), la cui validità anche su Internet è stata recentemente dimostrata dai ricercatori della Columbia University. A questo punto possiamo creare delle community tematiche in base alle nostre passioni o aree di business, aggregando ad esse altri utenti e stringendo contatti di amicizia o di affari: questo nuova forma di comunicazione è stata infatti sviluppata proprio per creare delle moderne "tribù" in cui i membri, uniti da esperienze, interessi e passioni comuni, si incontrano per sviluppare un progetto comune secondo il motto per il quale "l'unione fa la forza".
Il
principio ispiratore dei social network è la famosa teoria dei sei gradi di
separazione (enunciata da Stanley Milgram già nel 1967), secondo la quale grazie
a persone legate fra loro da conoscenza reciproca, è possibile contattare
chiunque nel mondo con non più di cinque passaggi ‘intermedi’. Un esempio
pratico? Prendiamo un social network fra i più noti, Friendster: se al primo
grado un iscritto conta 15 contatti diretti fra amici, colleghi e soci in
affari, al secondo grado potrebbe già averne oltre 200, al terzo grado oltre
20mila e al quarto grado oltre 200mila, sparpagliati un po’ ovunque nel mondo.
In altre parole con soli tre passaggi intermedi un membro ha l’opportunità di
contattare oltre 200mila persone rilevanti per interesse, settore o professione.
Con tutti I problemi che ciò potrebbe comportare: “Se tutti quelli a quattro –e
figuriamoci a sei! - gradi di separazione da noi fossero in grado di porsi alla
nostra attenzione saremmo finiti!” scherza ma nemmeno troppo Clay Shirky, grande
esperto di questioni online e membro dell’esclusivo GBN Network (Global Business
Network, www.gbn.org).