La "formazione non formale" implica una formazione permanente (lifelong learning) che, superando la formazione professionale, si sviluppi durante l’intero arco della vita di un individuo e comprenda anche una crescita personale, basata su esperienze professionali che scaturiscano da percorsi formativi individuali non istituzionalmente organizzati. La formazione non formale risulta da attività della vita quotidiana, legate al lavoro, alla famiglia, o al tempo libero (è spesso inintenzionale e può non essere riconosciuta).
Tra i numerosi elementi in gioco si segnala:
* Occorre che tutte quelle esperienze formative
ed educative nel campo dell’impegno sociale, della partecipazione,
dell’esclusione sociale, dell’educazione ambientale, dell’educazione alla
mondialità (global education) e della cittadinanza attiva siano accessibili per
tutti.
* Il riconoscimento formale tramite forme di accreditamento riconosciute a
livello europeo delle esperienze formative individuali sviluppate in contesti
"non formali".
* Il riconoscimento dei soggetti che forniscono la formazione non formale nei
campi dell’impegno sociale, della partecipazione, dell’esclusione sociale,
dell’educazione ambientale, dell’educazione alla mondialità e della cittadinanza
attiva.
* Ipotizzare quei meccanismi legislativi che permettano le forme più ampie
possibili di accesso e partecipazione alle strutture formative non formali e
alla loro offerta.
* Prevedere e costituire servizi gratuiti di consulenza ed assistenza e/o
facilitazione dei progetti di formazione non formale (ad esempio: supporto
amministrativo e burocratico, tutorship, etc.).
* Incrementare la disponibilità finanziaria, mirando al superamento della
distanza attualmente esistente tra progetti ammissibili e finanziabili.