Il Teatro d’Impresa è uno strumento di formazione innovativo che offre ai partecipanti la possibilità di riflettere sui propri comportamenti in una forma leggera ma nello stesso tempo di grande impatto. Grazie a questa modalità è possibile aggirare le difese che i metodi di formazione tradizionali possono a volte suscitare, innescando così un processo attivo di interpretazione e ristrutturazione della realtà. Il teatro d’impresa nasce nel 1984 a Montréal, in Quebec con la fondazione del società Tac (Théâtre à la Carte), che applica i metodi teatrali della formazione aziendale. Il più noto divulgatore del sistema è stato Christian Poissonneau. “Business theatre”, è il nome usato dagli anglofoni. Il Tac via Parigi, arriva a Bruxell, Barcellona, Ginevra, Londra e oggi è presente in decine di città con migliaia di progetti di formazione “a catalogo” o su misura. A Nantes esiste il Festival International du Théâtre d’Enterprise, con gare tra pièce teatrali, manager-clown, lezioni-spettacolo. In Italia i primi progetti iniziano solo a fine anni novanta. Le imprese, dapprima scettiche, partecipano sempre più numerose.
Il teatro d’impresa è una metodologia che permette di migliorare le dinamiche d’ufficio e lo spirito di gruppo nelle aziende. Spesso si mettono in scena dinamiche aziendali da parte di attori professionisti, ma generalmente sono gli stessi dirigenti e impiegati che si “mettono in gioco”. Ai metodi teatrali tradizionali, dai burattini al grammelot, si affianca un formatore che “spiega” l’azione. Dalla sua nascita nel mondo oltre 300.000 mila spettatori “aziendali” (manager, dipendenti, etc.) hanno sperimentato il Teatro d’Impresa.
Il linguaggio del teatro viene utilizzato in diverse modalità. La forma più semplice prevede la selezione di brevi brani di letteratura, ad esempio dalle “Lezioni Americane” di Calvino, brevi brani di testi di management e la lettura da parte degli attori. Tutti i testi sono selezionati sulla base dell’argomento. In alcune letture sono coinvolti direttamente i partecipanti. Un’altra modalità di intervento è quella dell’utilizzo di tecniche teatrali e di drammatizzazioni, per l'approfondimento formativo. In particolare sono impiegate per: la comunicazione non verbale, la simulazioni di dialoghi, la rappresentazione di alcuni stili comunicativi e manageriali con il pieno e continuo coinvolgimento dei partecipanti.
L’idea è che ogni azienda abbia una storia da rappresentare, processi emotivi su cui si può lavorare in modo analogico. In scena si evocano esperienze personali; il formatore poi, spiega quello che è stato rappresentato, rende conscio il vissuto.
Il contesto della formazione adulta è caratterizzato da specifiche problematiche, tra le più importanti vanno menzionate la presenza di conoscenze pregresse, molto spesso sviluppate grazie all’attività lavorativa più che introdotte da strutturati percorsi formativi, ed una scarsa motivazione nei confronti della formazione, legata sia alle conoscenze e competenze pregresse sia alla mancanza di tempo da investire in formazione. Le problematiche dell’apprendimento adulto necessitano di particolari attenzioni metodologiche nella progettazione e realizzazione di percorsi formativi e la definizione di obiettivi chiari. La ricerca di metodologie attive che comportino il protagonismo del discente diventano la possibile risposta a queste esigenze, e nell’ambito di queste si viene a porre il teatro d’impresa. Tanti sono i modi per l’utilizzo del teatro nella vita organizzativa. Il teatro, infatti, quale arte generalmente nota e di semplice comprensione per soggetti operanti in settori diversi con background culturali differenti, diventa un riferimento di particolare interesse ai fini della rappresentazione ed analisi di contesti complessi quali quelli delle organizzazioni e delle interazioni sociali che li caratterizzano.
La definizione di performance e teatro ed il loro sviluppo ed utilizzo in svariati ambiti diventano oggetto di studio e riferimento in diverse discipline. Di interesse, a questo proposito, è la breve storia e sintesi di approcci ed ambiti applicativi fatta da Carlson (1996), per cui il teatro diventa modo per analizzare la vita quotidiana che si afferma negli anni ‘40 e ‘50, quando sociologi e psicologi iniziano, distintamente, a riferirsi metodologicamente a questa possibile metafora. In tali contesti, autore principale di riferimento per il modello sociologico viene riconosciuto in Erving Goffman, per quello psicologico in J. L. Moreno, per quello etnografico in Victor Turner. Un possibile uso del teatro diventa quello della metafora teatrale come strumento per analizzare, secondo categorie ed elementi precisi, le interazioni sociali all’interno delle organizzazioni. A questo proposito i maggiori autori di riferimento, per l’ambito degli studi organizzativi, vengono riconosciuti in Kenneth Burke e Erving Goffman. Il primo riconosce e definisce, nella lettura datane da Manghan e Overington (1987), il dramatism come metodo per spiegare le azioni sociali e le corrispondenti interpretazioni delle stesse. L’utilizzo del dramatism insegna, quindi, agli attori – ovvero le persone che interpretano personaggi nella scena di tutti i giorni - a individuare mistificazioni organizzative e a svelarle. Il pensiero di Goffman propone, invece, la dramaturgical analysis quale prospettiva che, nelle scienze sociali, fa uso della metafora del teatro per concepire l’interazione sociale. La forza e l’innovatività di tale proposta fa sì che, a detta di Wood (2001) ma anche di altri autori, spesso in sociologia Goffman diventi sinonimo dell’utilizzo della metafora teatrale. Altro modo per usare il teatro nelle organizzazioni è quello ricordato da Meisiek (2001), ovvero il teatro come facilitatore del cambiamento. L’affermarsi delle pratiche che utilizzano le rappresentazioni teatrali per facilitare il cambiamento, soprattutto in Francia, Germania, Belgio, Inghilterra, Canada e Scandinavia ha caratterizzato, in questi ultimi dieci anni, gli studi organizzativi, e queste pratiche stanno diventando particolarmente innovative se utilizzate al fine di indirizzare le situazioni organizzative interne. Le tipologie di rappresentazioni utilizzate sono diverse, hanno scopi diversi, e possono avere denominazioni diverse a seconda dello Stato in cui le stesse vengono proposte.
Il teatro d’impresa viene a porsi in questo contesto quale strumento formativo innovativo che offre ai partecipanti la possibilità di riflettere sui propri comportamenti in una forma leggera ma nello stesso tempo di grande impatto. A questa modalità viene riconosciuto il pregio di evitare le difese che i metodi di formazione tradizionali possono a volte suscitare, e di innescare, così, un processo attivo di interpretazione e ristrutturazione della realtà particolarmente utile in ambiti di apprendimento adulto. Non intende sostituire, comunque, le metodologie formative tradizionali, viene bensì proposto come loro supporto. Una compagnia teatrale, singoli attori o gli stessi discenti vengono chiamati a raffigurare e recitare la vita dell’organizzazione coinvolta in una rappresentazione teatrale. Il pubblico della rappresentazione è composto dalle persone direttamente coinvolte, nella propria organizzazione, nel soggetto. Il principale effetto che Meisiek (2001) riconosce a queste azioni è una catarsi caratterizzata da:
* la purificazione dagli effetti negativi (secondo quanto proposto da Sheff) suscitare emozioni è un modo per purificare i correlati cattivi ricordi. In accordo con tale affermazione, le situation drama risvegliano sensazioni connesse con problemi riconosciuti, permettono, quindi, all’audience di rivivere passivamente e non realmente dei problemi, analizzarne i diversi aspetti secondo prospettive nuove e varie ed arrivare a loro possibili soluzioni. Il coinvolgimento degli spettatori ed il conseguente processo di sense-making che parte con la rappresentazione, ma che continua poi anche dopo, danno luogo ad emozioni e riflessioni che aprono nuovi orizzonti;
* lo sviluppo di creatività (secondo quanto proposto da Moreno) un’idea che nasce con la psicoterapia ed il training per attori, secondo la quale la creatività nasce dalla rivisitazione passiva dei problemi e può portare alla ricerca di nuove soluzioni ad essi stessi, soprattutto a seguito di un elevato grado di coinvolgimento degli impiegati delle organizzazioni;
* action motivation (secondo quanto proposto da Boal) il teatro forum dove un pubblico attivo viene coinvolto per proporre soluzioni ai problemi di lavoro, è quindi un teatro usato come test per la vita quotidiana.
* duplicazione della realtà (secondo quanto proposto Meisek ) è quello della che permette al pubblico di confrontare rappresentazione e vita reale e, guardando con i propri occhi, ne diventa parte attiva grazie a second order observation (nell’accezione di Schreyoegg).
La combinazione di catarsi e second order observation, quali effetti primari della rappresentazione teatrale di contesti organizzativi, comporta una visione di realtà e rappresentazione fortemente influenzata dall’esperienza di ogni singolo individuo e dalla sua esperienza teatrale, fino a divenire fenomeno collettivo che modifica, per essere efficace, i modi di vivere l’organizzazione. In tal modo si vengono a costruire living picture che, grazie a sceneggiatore, registra e attori diventano astrazione della realtà così com’è vista e vissuta da ciascun individuo. Si tratta, comunque, di astrazioni, il cui elemento di interesse va riconosciuto nell’attiva partecipazione e costruzione di quest’immagine con il diretto coinvolgimento dei diretti interessati sia nella rappresentazione stessa che nella successiva discussione.
L’emozione è un altro elemento importante che Meisek sottolinea, anche per quanto riguarda il seguito delle rappresentazioni intese sia come discussion group che come small talk. L’emozione costituisce, infatti, un ponte tra l’esperienza quotidiana nell’organizzazione e la drama situation. Le organizzazioni diventano quindi emotional arena, grazie alle interazioni che ne caratterizzano l’attività. In tale contesto, il cambiamento produce nuovi stati emozionali contagiosi e necessari come motivazioni al cambiamento stesso.
In ambito formativo, il riferimento al teatro come strumento ed i conseguenti impatti che questo comporta portano ad una serie di vantaggi del teatro d’impresa, rispetto alle metodologie tradizionali, che si possono riassumere in:
* impatto emotivo - lo strumento
teatrale riesce a creare un livello di coinvolgimento che supera la sfera
cognitiva e attiva fino ad arrivare al piano emotivo dei partecipanti.
* superamento delle resistenze - il teatro offre un contesto sufficientemente
lontano da quello strettamente professionale, rendendo più facile, in modo
indiretto, accettare di addentrarsi in riflessioni sul proprio operato.
Esistono degli approcci metodologici quali:
* Il
Cooperative Learning viene considerato dal modello quale metodologia
che identifica nel gruppo che lavora in stretta ed attiva collaborazione lo
strumento formativo più potente che un docente può avere a disposizione in
termini di interdipendenza positiva che crea interazione:
dando e offrendo aiuto e assistenza;
scambiando risorse e informazioni;
dando e ricevendo feedback;
confrontando reciprocamente risorse ed informazioni;
sostenendo sforzi maggiori;
influenzando reciprocamente ragionamenti e comportamenti;
apprendendo skill interpersonali per il lavoro di gruppo;
valutando il lavoro di gruppo e la sua efficienza.
* Il
Problem Based Learning viene inteso dal modello quale metodologia
formativa di base che promuove l’integrazione degli skill complessi sviluppati
nell’esperienza lavorativa e un preciso orientamento alla soluzione di problemi
reali e che offre:
un approccio modulare e orientato ai problemi reali ed urgenti presenti nelle
realtà organizzative prese in considerazione;
l’indipendenza dei discenti;
un processo interattivo per piccoli gruppi guidati da un tutor;
il riferimento ad un processo strutturato di apprendimento per la formulazione
e analisi dei problemi.
La presenza di un tutor che riveste contemporaneamente i ruoli di guida, mentore, docente e consulente è un ulteriore elemento di attenzione per il modello. Tale tutor è identificato come persona in grado di personalizzare il percorso formativo a seconda dei discenti coinvolti, di rispondere ai loro reali bisogni formativi e di motivarli, ma anche di osservare etnograficamente il percorso formativo sviluppato ai fini di una valutazione completa dell’intero sistema formativo.
Il teatro d’impresa può avere diverse forme a seconda del contesto ed obiettivi in cui questo viene proposto. Non è tuttavia possibile racchiudere in categorie nettamente separate tutte le diverse combinazioni di Teatro d’Impresa, alcune tipologie che fanno da base per successivi incroci e combinazioni possono essere comunque individuate ovvero:
* Lezioni-spettacolo (a soggetto fisso): catalogo di rappresentazioni teatrali, in ciascuna della quali è enfatizzata una particolare tematica. Rappresenta una delle varianti più diffuse del modello a soggetto fisso. Sono veri e propri incontri formativi che però utilizzano modalità e strumenti propri dell’intervento teatrale: contesto allargato, possibilità di utilizzare momenti serali, durata ridotta con alto coinvolgimento emotivo. Il linguaggio e la situazione teatrale permettono di rendere godibili anche gli argomenti più ostici. In questo tipo di TDI a soggetto fisso la compagnia teatrale presenta all’azienda committente alcuni copioni che propongono tematiche predefinite. Le più tipiche sono di tipo relazionale, ma possono essere toccati anche temi organizzativi, come il coinvolgimento del personale nelle procedure di qualità o di sicurezza, il contatto con il cliente e l’utilizzo dei mezzi informatici. Può venire inscenata una rappresentazione con attori professionisti, condotta fino al termine veicolando il messaggio prescelto, oppure la recita può essere interrotta per dar spazio al coinvolgimento diretto del pubblico partecipante nella scelta e nella realizzazione del finale. I contenuti di un corso di formazione, vengono strutturati utilizzando i mezzi e gli strumenti propri dell'azione teatrale in modo da trasmettere le informazioni in modo estremamente incisivo perché utilizza delle modalità che non sono quelle dell'aula di formazione. Le modalità di tipo teatrale (scenario, musiche, etc.) danno la possibilità di esasperare, forzare alcuni concetti e dunque di memorizzarli maggiormente.
* Spettacoli su misura:
spettacoli scritti e rappresentati per un azienda da attori professionisti.
Sulla base di un’analisi preliminare della struttura organizzativa si rilevano
le criticità su cui l’azienda committente intende focalizzare la
drammatizzazione e si costruisce una sceneggiatura. La rappresentazione potrà
prevedere o meno il coinvolgimento dei partecipanti. Il particolare contesto
consente di riflettere con sufficiente distacco su tematiche nelle quali i
soggetti sono fortemente coinvolti, offrendo interessanti opportunità per una
migliore comprensione e gestione dei fenomeni.
Laboratorio creativo: spettacolo messo in scena dai dipendenti di un’impresa. In
questo caso tutte le fasi del lavoro, dall’analisi delle criticità alla stesura
della sceneggiatura, fino alla rappresentazione, vengono realizzate direttamente
dai partecipanti con l’animazione di un conduttore. Il valore aggiunto della
modalità consiste nella realizzazione di un vero e proprio laboratorio di
formazione alternativo all’aula in cui, oltre alle tematiche rappresentate,
emergono temi quali il lavorare in gruppo, l’affrontare situazioni inedite, la
comunicazione verso l’interno e l’esterno dell’azienda.
* Realizzare uno spettacolo, oltre ad essere fortemente motivante, crea un particolare tipo di legame tra i soggetti coinvolti, che può lasciare importanti e duraturi effetti in termini di spirito di squadra, comprensione e accettazione reciproca. In questo caso si ha il coinvolgimento diretto degli uomini dell'azienda e la formazione è al di fuori dello stretto contesto d'aula. Le persone vengono coinvolte nella realizzazione della rappresentazione. Generalmente l'intervento è svolto in modo residenziale, per cui si sta due o tre giorni via con membri dell'azienda e si costruisce una rappresentazione teatrale che potrebbe essere legata alle criticità dell'azienda, ma più spesso è legata a quali sono le proposte che vorreste fare al gruppo dirigente oppure, se siete il gruppo dirigente, dire ai collaboratori cose che con i normali canali di comunicazione non siete mai riusciti ad esprimere.
* Match di improvvisazione teatrale: due squadre si sfidano improvvisando sulle tematiche suggerite dal pubblico, con la presenza di un arbitro che decide la durata e lo stile delle improvvisazioni. I partecipanti vengono formati proponendo lo stesso percorso adottato dagli attori del Match d’Improvvisazione Teatrale, utilizzando quindi tecniche che sviluppano prima di tutto la flessibilità mentale e la creatività, ma anche la capacità di ascolto, l’attenzione all’altro, la capacità di leggere e di adattarsi alle situazioni, il saper lavorare in gruppo. I partecipanti vengono formati proponendo lo stesso percorso adottato dagli attori del Match d’Improvvisazione Teatrale, utilizzando quindi tecniche che sviluppano prima di tutto la flessibilità mentale e la creatività, ma anche la capacità di ascolto, l’attenzione all’altro, la capacità di leggere e di adattarsi alle situazioni, il saper lavorare in gruppo. In alcuni casi si arriva a realizzare un vero e proprio Match, creando un forte spirito di squadra e facendo vivere in modo molto intenso l’esperienza di poter superare le difficoltà in gruppo.
* Il buffone sapiente: è una figura che interviene durante le riunioni “obbligando” (inducendo) i partecipanti alla riflessione. Si tratta di una applicazione aziendale della funzione del giullare di corte: l’unico che poteva davvero dire la verità. Viene utilizzato in riunioni particolarmente delicate per fare emergere i sottintesi, oppure per stimolare - con provocazioni - l’uscita da cliché consolidati e un approccio più creativo alla soluzione dei problemi.
Il Teatro D'Impresa è innovativo perché
attraverso l'humor, relativizza e sdrammatizza i problemi. Perché rassicura,
indica delle soluzioni e toglie le paure. Perché mostra e rivela, lo spettatore
si riconosce e riconosce il problema. Perché crea un avvenimento collettivo,
divertente che rompe la monotonia.
Il teatro è una specie di zona franca, in teatro di può dire e fare quasi tutto.
Ed ecco che allora , le famose cose che avresti sempre voluto chiedere al capo
ma non avresti mai osato chiedere, in forma teatrale riesci comunque a
comunicarle. In più il costruire insieme dal nulla, chiaramente con la nostra
supervisione, ma a questo punto i formatori hanno quasi più ruolo di attivatori,
il costruire una rappresentazione teatrale, l'attribuirsi i ruoli, diventa una
bellissima metafora del come si lavora, del come si lavora in gruppo, del come
si superano insieme le difficoltà, del come si mettono in comune le risorse.
In alcuni casi si utilizzano forme miste tra il teatro d'impresa commissionato dall'azienda e quello con il coinvolgimento dei partecipanti, ad esempio su criticità di ordine aziendale una modalità che viene utilizzata è questa: gli attori inscenano la situazione, poi però ad un certo punto la situazione viene bloccata ed i partecipanti che sono gli uomini dell'azienda entrano e improvvisano il finale della situazione. Quindi sono loro a decidere il finale ed a rappresentarlo fisicamente. Per estensione a volte si utilizza l’improvvisazione teatrale che è una straordinaria tecnica per sviluppare la capacità di reazione e di ascolto ed inoltre rappresenta una pratica straordinariamente motivante.
Il Teatro d’Impresa non intende sostituire le tradizionali modalità formative: si propone come uno strumento flessibile che può affiancare ed integrare un percorso di apprendimento grazie alle sue caratteristiche ed ai vantaggi che offre. La peculiarità dello strumento teatrale è di poter creare un livello di coinvolgimento che superi la sfera cognitiva e attivi anche il piano emotivo dei partecipanti. Questo vantaggio si manifesta particolarmente quando è necessario introdurre cambiamenti di mentalità e di atteggiamento, senza i quali la semplice prescrizione comportamentale potrebbe rivelarsi scarsamente efficace. In diverse situazioni non è semplice proporre ai partecipanti un intervento formativo senza suscitare opposizioni più o meno manifeste. Le cause potrebbero essere diverse:
saturazione, magari dovuta a progetti ripetitivi
e poco coerenti fra loro;
mancata conoscenza, nel caso di un’organizzazione che non ha mai effettuato
interventi e quindi la formazione potrebbe essere percepita come un oggetto
misterioso o addirittura minaccioso;
scarsa abitudine a mettersi in gioco: molti soggetti possono vivere la
formazione come un momento valutativo o semplicemente come un confronto con
un’entità minacciante e questo potrebbe portare ad una chiusura a priori. Il
teatro offre un contesto sufficientemente lontano da quello strettamente
professionale, rendendo più facile, in modo indiretto, accettare di addentrarsi
in riflessioni sul proprio operato;
pesantezza, presunta e a volte reale, di alcune lezioni: lo strumento teatro può
offrire l’opportunità di rendere gradevoli anche interventi di tipo tecnico, sui
quali potrebbe risultare difficile costruire una lezione stimolante.
Non avendo altro limite al numero dei partecipanti che la capienza della struttura, il TDI si può rivelare decisamente più economico di altre modalità formative, in particolare dove sia consistente il numero di dipendenti che si vogliono coinvolgere. Inoltre l’impatto organizzativo, dato dalla mancata partecipazione all’attività professionale durante il momento formativo e dalla necessità di realizzare più edizioni di uno stesso intervento, è fortemente ridotto. Proprio per la diversa percezione che l’intervento offre, non è impossibile organizzare la rappresentazione al di fuori dell’orario di lavoro senza suscitare opposizioni paragonabili a quelle che si otterrebbero con una proposta formativa di tipo tradizionale. È inoltre possibile tenere gli interventi presso l’organizzazione, utilizzando le pause o effettuando più edizioni giornaliere, in modo da permettere ai partecipanti di assentarsi solo per il tempo sufficiente ad assistervi (è possibile veicolare efficacemente i messaggi anche con rappresentazioni della durata di 20/30 minuti). Il TDI è praticamente applicabile ad ogni contesto. A puro titolo esemplificativo proponiamo alcune situazioni di più frequente utilizzo.
Grazie alle sue caratteristiche di spettacolarità
e di coinvolgimento, il TDI si propone come uno strumento particolarmente adatto
per animare in modo brillante e nello stesso tempo costruttivo qualunque tipo di
meeting e convention.
Qualunque situazione di cambiamento organizzativo ha la necessità di favorire
quanto più possibile la diffusione di informazioni comuni e di superare le
resistenze più o meno forti che lo stesso genera; il TDI ha dimostrato di essere
un ottimo strumento di comunicazione aziendale interna in grado di creare il
giusto livello di coinvolgimento emotivo.
Già nelle organizzazioni di medie dimensioni può essere necessario organizzare
un corso di formazione in più edizioni per favorire il massimo impatto: per
alcune tematiche (quali ad esempio, ma non solo, quelle relazionali) può essere
proficuo raggruppare un numero anche grande di persone in un contesto teatrale,
riducendo così l’impegno in termini di tempo e la complessità organizzativa e
logistica.
Se il tempo che si ha a disposizione non consente di veicolare un messaggio a
tutta l’organizzazione entro scadenze a volte troppo ravvicinate, il TDI
consente di ridurre drasticamente i tempi compattando, in pochi incontri,
contenuti che avrebbero potuto richiedere diverse giornate di formazione.
Se il budget è basso e l’obiettivo è di formare un numero di persone tale da
richiedere la realizzazione di più edizioni, con conseguente aggravio di costi,
sia per la gestione del corso che per la riduzione dell’efficienza aziendale, il
TDI può essere una soluzione molto più economica.
Per fusioni aziendali non s’intendono solo fusioni tra diverse aziende ma anche
fusioni tra diverse unità della stessa organizzazione; il livello di
coinvolgimento emotivo garantito dal TDI è tale da favorire il superamento del
primo impatto e la creazione di sinergie.
L’introduzione di nuove modalità lavorative comporta spesso un’operazione di
contorno che va ben al di là del semplice addestramento alle stesse: il TDI può
essere un modo di affrontare positivamente i ”muri” del “non ce la farò mai”,
sdrammatizzando e facilitando l’accettazione di nuove tecnologie e procedure.
(Fonte: www.teatrodimpresa.it)