Istituzioni finanziarie internazionali sono il Fondo Monetario Internazionale (FMI), e la Banca Mondiale (BM), così dette perché prefiguravano un sistema finanziario a livello sovranazionale che facesse fronte agli squilibri tra monete e nelle bilance dei pagamenti. Scaturirono dagli "accordi di Bretton Woods", del 1944, con lo scopo di favorire la ricostruzione post-bellica. Questi accordi sono trattati internazionali ratificati da tutti i paesi aderenti, che partecipano con quote di capitale. Il capitale, solo in parte versato, determina la capacità di voto: i paesi che coprono l'assoluta maggioranza delle quote sia nel FMI che nella BM sono Stati Uniti, Giappone, Germania, Inghilterra, Francia.
Il FMI serviva a concedere crediti valutari per sanare squilibri temporanei, che si esaurivano nel momento in cui lo squilibrio era sanato. La Banca Internazionale per la Ricostruzione e lo Sviluppo (International Bank for Reconstruction and Development, BIRS), la prima istituzione di quello che diventerà "il gruppo della Banca Mondiale", doveva invece garantire finanziamenti a lungo termine, concessi per progetti specifici. Il Fondo Monetario Internazionale aveva in origine il compito di assicurare la stabilità monetaria dell'economia mondiale, stabilendo un sistema di tassi di cambio fissi e dando sostegno alle bilance dei pagamenti. Al momento della sua creazione i paesi in via di giocavano un ruolo molto scarso. Quando nel 1971 il governo USA decise di sospendere la convertibilità del dollaro in oro, il sistema monetario internazionale ebbe una forte scossa, ed il suo ruolo venne messo in discussione. Dopo la prima crisi del petrolio del 1973 però, il FMI recuperò un ruolo per fare fronte alle emergenze: i paesi importatori di petrolio ricevettero infatti massicci finanziamenti dalle banche commerciali e si indebitarono; impossibilitati a ripagare dopo la seconda crisi petrolifera, divennero del tutto dipendenti dal sostegno del Fondo.
Il FMI è presieduto da un direttore e diretto da un Consiglio dei governatori, che si riunisce una volta l'anno. Ogni paese membro ha un suo governatore, mentre la gestione corrente è governata da 24 direttori. Gli altri due organi importanti sono l'Interim Committee, formato da 24 governatori, ministri e alti funzionari che sono consulenti finanziari del FMI, e infine il Development Committee, che rappresenta sia BM che FMI e fornisce consulenze sul trasferimento di risorse (real resources) ai PVS. La struttura finanziaria del FMI è basata sull'unità monetaria, i diritti speciali di prelievo (Special Drawing Rights, SDR) che sono determinati da una media dei cambi delle valute più forti. Elemento chiave della struttura finanziaria sono le quote: ogni paese ha una quota, basata su alcuni indicatori finanziari ed economici. La quota serve a determinare quanto denaro un paese possa ricevere in prestito o prelevare dai suoi SDR, quanto debba sottoscrivere per il Fondo e quanti voti avrà. Ogni cinque anni la quota viene rivista. I contributi degli stati membri formano le risorse che il FMI può usare per fornire crediti: i paesi beneficiari comprano SDR o altre monete "utilizzabili" (in valuta forte) con la propria valuta, e i prestiti vanno ripagati nella stessa valuta. Il FMI ha una serie di strutture di prestito: la Stand-by Arrangement, la Extended Fund Facility (1974), la Sistemic Transformation Facility (1993), la Compensatory and Contingent Financing Facility (1963), la Buffer Stock Financing Facility (1969), che definiscono ciascuna programmi di aggiustamento, con tempi diversi e per settori di intervento diversi. Infine per l'assistenza di emergenza esistono la Structural Adjustment Facility (1986) e la Enhanced Structural Adjustment Facility (1987), che sono state oggetto di forti critiche, come diremo.
La Banca Mondiale è nata come BIRS, con il compito di finanziare la ricostruzione dell'Europa dopo il secondo conflitto mondiale ed è la prima delle cinque istituzioni del gruppo della Banca Mondiale. La International Financial Corporation, IFC, è stata creata nel 1956 per promuovere la crescita economica attraverso il settore privato. Il suo compito è quello di investire in imprese commerciali, fornendo prestiti ad interessi correnti nei paesi in via di sviluppo: è di cruciale importanza perché attrae un'enorme quantità di investimenti privati e pubblici, avendo la credibilità di un garante nei luoghi dove interviene. Oggi è l'istituzione in maggiore crescita. Nel 1997 ha fornito prestiti per 8,4 miliardi di dollari.
La International Development Association, IDA, fu fondata nel 1960 per fornire prestiti senza interesse ai paesi più poveri, con 10 anni di grazia e ripagabili in 35-45 anni. I paesi beneficiari hanno un reddito pro capite di non più di 1.000 dollari l'anno. Oggi 80 paesi possono accedere a questi fondi. La Multilateral International Guarantee Agency, MIGA, è stata creata nel 1988 per fornire assicurazione alle imprese che fanno investimenti nei paesi beneficiari di prestiti della Banca Mondiale. La garanzia copre il rischio politico in particolare per trasferimento di valuta, espropriazione, guerra, sommosse civili e rottura di contratti. La MIGA fornisce anche assistenza ai paesi membri per "creare un clima attraente agli investimenti privati" nei paesi beneficiari. Dal 1988 la MIGA ha fatto 293 garanzie e durante il 1997 ha in corso 70 operazioni in 25 paesi, che coprono 4,7 miliardi di dollari di investimenti.
La quinta istituzione è la International Centre for Settlement of Investments Disputes, ICSID, che fornisce servizi di arbitrato e conciliazione per le dispute tra investitori esteri e governi dei paesi dove viene effettuato l'investimento. BIRS e IDA, assieme, sono definite Banca Mondiale, le altre istituzioni del gruppo sono sempre definite a parte: es. "la IFC del gruppo della Banca Mondiale". La Banca Mondiale (BIRS e IDA) ha prestato 28 miliardi di dollari nel 1998 ed è la più importante tra le banche multilaterali di sviluppo.
Lo scenario è oggi infatti assai più complesso di quando furono create le istituzioni finanziarie internazionali: hanno assunto un peso rilevante sulla scena economica internazionale gli investitori privati, le banche, le società finanziarie, le banche multilaterali di sviluppo e le istituzioni finanziarie multilaterali. Tra le più importanti la European Bank for Reconstruction and Development, EBRD, la European Investment Bank, EIB, e, per citare solo le più vicine all'Europa dal punto di vista geografico, la Middle East Investment Bank, la Islamic Development Bank, la African Development Bank e la Middle East and North Africa Bank.
La Banca Mondiale, BM, è guidata da un Consiglio dei governatori e da un Consiglio dei direttori esecutivi, il potere di voto è basato anche in questo caso sui contributi, che sono solo in parte effettivamente versati: la maggior parte sono callable capital, a disposizione su richiesta. Garantita da questi capitali, la BM può acquisire denaro sul mercato commerciale ed ha la massima quotazione, cioè grado di affidabilità, di tutti gli operatori sul mercato mondiale.
Altri contributi sono periodicamente rifinanziati, come i contributi all'IDA, discussi ed erogati dai singoli paesi ogni tre anni. I progetti presentati al finanziamento vengono esaminati nel quadro di un'analisi della situazione del paese beneficiario, la Country Assistance Strategy, CAS, sulla quale si basano tutte le strategie di aiuto al paese. La CAS è uno degli strumenti più discussi da parte delle organizzazioni che chiedono alla Banca Mondiale maggiore trasparenza e democrazia nelle decisioni, perché non è mai stata pubblica: oggi alcune CAS cominciano ad essere preparate attraverso consultazioni con la società civile.
Fondo Monetario Internazionale e Banca Mondiale sono stati e sono oggetto di critiche da parte di rappresentanti della società civile, come organizzazioni non governative, sindacali, ambientaliste, ed economisti che non condividono le scelte strategiche operate da queste istituzioni. Dopo le recenti crisi finanziarie in paesi che, come le "tigri asiatiche", sembravano destinati ad una crescita illimitata, molte voci critiche si sono levate anche all'interno delle IFI, con particolare riferimento ai programmi di aggiustamento strutturale (PAS). L'applicazione di questi programmi è stata la precondizione per godere degli aiuti del FMI, della BM e per accedere ai programmi di riduzione del debito. Gli aggiustamenti strutturali prevedono, nella più classica delle interpretazioni: svalutazione della moneta, diminuzione delle spese non fruttuose dello stato, apertura ai mercati internazionali; hanno provocato, in particolare nei paesi più poveri e con una struttura statale e di rappresentanza democratica più debole, conseguenze molto negative dal punto di vista sociale e ambientale. La Structural Adjustment Participatory Review Initiative, SAPRI, è una risposta a queste preoccupazioni: nel 1996 la BM ha proposto questo strumento, di cui fanno parte i governi dei paesi interessati e le organizzazioni della società civile. Il suo obiettivo è la valutazione dei PAS in diversi paesi: pur criticato, questo strumento ha ottenuto l'obiettivo di estendere ed approfondire la discussione su casi concreti. La BM è tra le due istituzioni la più aperta al dialogo ed alla discussione delle proprie politiche e progetti, grazie alle proteste ed al lavoro di informazione delle organizzazioni di base, sia nei paesi finanziatori che in quelli beneficiari dei progetti. Nel tempo si è articolata un'analisi sulle conseguenze sociali e ambientali dei progetti, sul peso dell'indebitamento estero dei paesi impoveriti, e si sono elaborate proposte alternative di grande respiro. Ciò ha consentito tra l'altro la creazione di un "tribunale d'appello" all'interno della BM, l'Inspection Panel, presso il quale le comunità colpite negativamente dai progetti possono chiederne la revisione o il blocco, l'apertura di un dialogo tra i funzionari della Banca e le organizzazioni locali ed un interesse dei Parlamenti, soprattutto dei paesi finanziatori della BM a controllare e indirizzare i finanziamenti erogati. L'altra critica fondamentale da parte delle organizzazioni della società civile riguarda la segretezza delle decisioni e la mancanza di trasparenza e democrazia del FMI. In una fase in cui è al primo posto dell'agenda internazionale la "riforma dell'architettura finanziaria globale", per far fronte alle crisi e controllare l'enorme crescita di potere dei capitali privati, sono in discussione strumenti di partecipazione che consentano ai governi di mantenere un controllo sul destino delle proprie economie e alla società civile di inserirsi nel dibattito ed essere attore di uno sviluppo che sia sostenibile per tutti le componenti della società.