Una campagna nonviolenta per il cambiamento sociale si basa su cinque punti.
Se il problema, ad esempio, e che le acque della città sono inquinate, la prima fase della campagna consiste nel raccogliere il maggior numero di informazioni possibile al riguardo: quali corsi d’acqua, da che scarichi sono interessati, che tipo di rapporto hanno con la fornitura dell’acqua potabile, etc. Ed elaborare un’alternativa.
Bisogna informare gli attivisti, l' opinione pubblica, i residenti della città, e i responsabili dell’inquinamento dei risultati della ricerca, e dell’alternativa che si propone.
Bisogna cercare un incontro con i responsabili, gli oppositori in questo caso, per arrivare, se possibile, ad un accordo. (Se i responsabili accettano l'alternativa in modo soddisfacente, la campagna si conclude qui).
Si protesta contro l’oppressione (ed il rifiuto di un incontro, se così è stato), mostrando ed incarnando l'alternativa con manifestazioni pubbliche, cortei, etc.
Si continua a protestare nel quotidiano, ad esempio rifiutandosi di pagare le bollette dell’acqua fino a che il problema non è stato risolto.
Qualsiasi azione si decida di intraprendere per portare alla luce il problema ed ottenere il cambiamento, essa dovrà essere:
Quindi intensa campagna di informazione; deve essere visiva, semplice, diretta; deve essere il più possibile tempestiva e vicina ai luoghi in cui il problema si manifesta; deve presentare un’alternativa, e mostrare che essa è migliore dello status quo; se si riesce a concentrare la lotta in un’immagine questo dà un quid in più di visibilità: pensare a come sintetizzare il messaggio in una singola immagine che possa trasmetterlo a chi non sa nulla della vostra campagna per il cambiamento.
La gente che vi partecipa e quella che semplicemente osserva devono sentirsi a proprio agio; l’azione deve essere correlata al fine che ci si propone di ottenere; più è partecipata e meglio è; bisogna essere preparati a spiegare diffusamente, in profondità, il senso e lo scopo dell’azione a chi si avvicinasse per chiederlo; ricordate che le azioni devono sfidare seriamente l’ordine stabilito e forzarlo ad una risposta. Si può drammatizzare la situazione con vari strumenti: teatro di strada, travestimenti, teatro invisibile, happening, etc.
La richiesta deve essere la più ragionevole possibile in ordine allo scopo di far vacillare lo status quo.
è opportuno legare l’istanza specifica ad una campagna più vasta, che chieda il fondamentale cambiamento delle strutture di potere, rifiutando proposte di riforma inutili, che continuano a mantenere le stesse strutture (come la cooptazione, le risposte-promessa: faremo, vedremo, ci riuniremo, le istituzioni di commissioni che studieranno la questione, di solito per anni) e premendo per riforme strutturali, che permettano la massima partecipazione democratica, che incoraggino decisioni più giuste, e che diano potere al maggior numero possibile di persone. E dopo aver vinto una piccola riforma riguardo all’istanza che avete deciso di porre in luce, premete per riforme ancor più incisive e fondamentali.