I campi di lavoro volontario sono attività in cui i valori della solidarietà internazionale, la nonviolenza, la lotta alle discriminazioni e la difesa dell’ambiente diventano esperienza concreta. Il primo campo di lavoro internazionale è stato organizzato nel 1920 nella regione di Verdun per aiutare la ricostruzione dopo la Grande Guerra e per invitare alla fraternità fra giovani... E' dalla fine della Seconda Guerra Mondiale che il campo di lavoro si è sviluppato in Europa e nel mondo.
La partecipazione di volontari da tutto il mondo ai campi in Italia e all’estero favoriscono la conoscenza e lo scambio culturale con realtà sociali e culture di altri popoli, abbattendo barriere e pregiudizi. I campi prevedono momenti di studio, dibattito ed approfondimento su argomenti connessi al progetto. Partecipare in squadra a un progetto di utilità generale, per la collettività locale, in un gruppo internazionale, luogo privilegiato della comunicazione e dello scambio interculturale.
In genere la durata di un campo è di 2, 4 settimane e i partecipanti variano dalle 4 alle 20 persone. C'è quasi sempre un coordinatore dell'associazione organizzatrice, anche se l'organizzazione della vita nel campo (lavoro, turni in cucina e pulizia, momenti di dibattito etc.) viene decisa dal gruppo, e tutti sono partecipi e responsabili. I momenti di studio e approfondimento su argomenti connessi al progetto sono occasioni per far coincidere parole e fatti e rendere i volontari maggiormente coscienti della finalità del lavoro.
Il tipo di lavoro varia in base al progetto: dal lavoro manuale alle attività di animazione (es. giochi con i bambini, informazioni sui paesi del sud del mondo, teatro di strada, etc.). Le ore di lavoro variano da 4 a 8 al giorno. A volte può essere necessario lavorare nei week-end o a orari insoliti (per esempio nell’organizzazione di festival). Anche il numero dei giorni lavorativi varia secondo le abitudini locali e le esigenze del programma. Bisogna saper essere flessibili e pronti ad adattarsi anche alle possibili carenze (es. mancanza di attrezzi) determinate da problemi locali e cercare di supplire con fantasia. Se non indicato nel programma, non si richiedono specializzazioni o abilità particolari. Fondamentali sono invece interesse, disponibilità, motivazione, partecipazione e soprattutto entusiasmo e buona volontà.
In genere la lingua ufficiale è l'inglese. Quando è richiesta la lingua del paese ospitante, questo è specificato nel programma. Nei campi non vengono quasi mai accettati più di due, tre volontari della stessa nazionalità. Si vuole infatti favorire la formazione del gruppo e non di sottoinsiemi isolati. Ma non fatevi scoraggiare da conoscenze scarse dell'inglese. La lingua non è l'unico modo di comunicare e il clima amichevole e di cooperazione facilita lo scambio e diventa anche un modo di imparare.
I campi di lavoro hanno diversi temi legati alla natura del progetto: "ambientale", "ristrutturazione", "patrimonio culturale", "storico", "sociale", "handicap", "bambini",... É importante scegliere un tipo di lavoro a cui si è interessati per potersi trovare bene nel campo.
I cantieri si fanno generalmente durante le vacanze estive ma molte associazioni ne organizzano e promuovono alcuni anche durante l'inverno.
Queste sono le parole chiave per vivere un'esperienza che non dimenticherete. Un campo è ben riuscito quando il gruppo ha compiuto il proprio lavoro e realizzato i propri obiettivi e se la comunità locale ha percepito il progetto e cio che i volontari hanno realizzato come un valore aggiunto ed un arricchimento socio culturale.
Sono normalmente previsti 2 giorni liberi a settimana. In alcuni casi pero i giorni liberi potrebbero essere meno. Ricordate che gli stessi non devono necessariamente coincidere con quelli cui siamo abituati in Europa Occidentale e che il tempo libero é organizzato in relazione alle attività che devono essere svolte durante il campo: ad esempio se il progetto è un festival culturale aperto al pubblico o se il campo prende forma in una paese arabo/mediorientale probabilmente i vostri giorni liberi saranno giorni feriali e non giorni festivi. É buona prassi passare il proprio tempo libero insieme al gruppo ed organizzare attività insieme; le attività possono essere: escursioni a luoghi d'interesse nelle vicinanze, incontri con la comunità locale, serate e giornate interculturali, feste, workshops, attività non formali relative all'interculturalità etc.
Se vissuto in modo collettivo il tempo libero diventa parte integrante dell'esperienza di volontariato e permette l'approfondimento delle differenze e delle similitudini che ci distinguono e legano agli altri partecipanti ed alla popolazione locale. Un campo di lavoro non è un campo vacanza ed i volontari in partenza dovrebbero evitare di organizzare escursioni e visite in autonomia prima di avere raggiunto il campo e conosciuto nel dettaglio il programma ed i piani del gruppo internazionale e della popolazione locale. Nel caso vogliate unire "utile e dilettevole" dovreste pianificare escursioni e visite specifiche prima dell'inizio o dopo la fine del cantiere (o proporle al gruppo ed al coordinatore una volta sul posto). Il tempo libero potrebbe essere organizzato in turni e non coincidere con il fine settimana come lo intendiamo in Italia o Europa.
In generale il vitto, come le pulizie, sono autogestite dal gruppo che si organizza in turni di "servizio". Sarebbe utile partire con in mente qualche ricetta semplice e non troppo costosa, tenendo in considerazione il luogo dove andate e l'eventuale reperibilità degli ingredienti (se pensate siano difficilmente reperibili, metteteli in valigia, ovviamente in compatibilitá con le leggi internazionali relative al trasporto di alimenti).
Non aspettatevi di poter mangiare come a casa o come se foste in vacanza, sappiate prima della partenza che il vitto nei campi é organizzato tenendo in considerazione la cultura, le tradizioni e le disponibilità locali e che quindi sarà necessario adattarsi a questo come a tutti gli altri aspetti culturali del luogo che ci ospita. Nel caso abbiate bisogni speciali informatevi a priori riguardo le tradizioni locali e le possibilità di soddisfarli (meglio essere informati prima della partenza. È sufficiente segnalare i propri bisogni in modo che il nostro responsabile possa farli presenti all'associazione d'accoglienza).
É buona prassi non fare richieste specifiche per il semplice fatto che ci siano problemi di adattabilità, immaginate che il coordinatore e la associazione d'accoglienza abbiano da soddisfare le richieste di ciascun membro del gruppo... probabilmente non farebbero altro che passare il proprio tempo a spiegare a tutti i membri del gruppo perché non è possibile accontentare le esigenze di ognuno!
E' diverso in ogni campo di lavoro e non é
possibile generalizzare. La sola cosa da tenere bene in considerazione é che gli
alloggi sono sempre collettivi e che la sistemazione é quasi sempre basica e
spartana. Spesso non si fanno neanche distinzioni tra ragazzi e ragazze e tutti
dormono insieme nella stessa stanza.
PORTATE SEMPRE UN SACCO A PELO ED UN MATERASSINO PIEGHEVOLE DA CAMPEGGIO (sono
piccoli, poco costosi e sempre utili).
NON DIMENTICATE INOLTRE ASCIUGAMANI PER IL BAGNO E PRODOTTI PER L'IGIENE
PERSONALE.
Il gruppo é anche responsabile delle pulizie e della cura del luogo dove viene
ospitato e per nessuna ragione il posto deve essere lasciato in modo diverso da
come é stato trovato.
( fonte: www.yap.it )