L'equiturismo o turismo equestre è una pratica dell'equitazione che consiste nell'uso del cavallo per percorrere ed esplorare un territorio. Più comunemente praticato con il cavallo montato, può essere anche utilizzato con il cavallo attaccato ad un carro. Gli itinerari attrezzati per l'equiturismo si chiamano ippovie.
Col termine, volutamente generico, di equitazione rurale si intende tutta la vasta gamma di iniziative legate all'utilizzo del cavallo in campagna. Al fine di distinguere questa pratica sportiva con quella dell'equitazione classica (maneggi generalmente gestiti non da imprenditori agricoli), vengono di seguito riportate le coordinate utili a qualificarla come possibile attività da svolgere nelle aziende agricole:
- è una attività generalmente collegata con quella più specificamente zootecnica (allevamento equino);
- si orienta preferibilmente all'impiego di razze indigene e privilegia alla monta classica inglese, quelle tradizionali da lavoro (monta maremmana, viterbese, militare italiana)
- si svolge essenzialmente portando i cavalli al di fuori dei recinti, in passeggiate, ed anche trekking di più giorni, secondo percorsi in cui il contatto con l'ambiente naturale e rurale rappresenta l'attrattiva principale.
I vincoli alla realizzazione dell'attività riguardano essenzialmente la disponibilità di spazi idonei in azienda per l'alloggio dei cavalli (vanno molto bene anche vecchie stalle ristrutturate) e per un piccolo maneggio (indispensabile per i principianti). E' poi necessario che il territorio circostante presenti caratteristiche che lo rendano facilmente utilizzabile per le escursioni a cavallo. Tra le condizioni favorevoli che permettono lo sviluppo dell'equitazione nelle aree rurali, vanno citate:
- territori di elevato valore ambientale
(presenza di aree protette);
- permanenza di un sistema viario adatto al cavallo (tratturi, antiche
mulattiere, ecc.);
- possibilità di collegamento con altre strutture ricettive per l'organizzazione
di trekking di più giorni (calcolare 4-6 ore di cavallo al giorno, per una
distanza quindi di 30-40 km tra un punto di sosta e l'altro);
- presenza in loco di un minimo di infrastrutture necessarie allo svolgimento
dell'attività (veterinari, maniscalchi, ecc.).
In ogni caso si tratta di una attività specializzata che richiede da parte
dell'imprenditore notevoli capacità tecniche e organizzative, oltre che
"passione" per lo sport equestre.
Il turismo equestre può essere praticato da tutti. Un giorno di marcia a cavallo corrisponde mediamente a mezz’ora, quaranta minuti di automobile. La velocità toglie spazio alla vita. Le strade i sentieri che percorri in sella diventano le tue strade e i tuoi sentieri. Infatti raccontare un percorso ad un amico diventa come descrivere un angolo di casa, piccoli dettagli, un sasso, un ramo spezzato, un albero, un cippo tracciano la via, e mentre descrivi il tragitto ti sembra di riviverlo. Il turismo equestre non è la parte povera dell’andare a cavallo. Spesso nelle scuderie chi fa trekking è visto in modo inferiore rispetto ad un garista. Alzarsi presto, dare da mangiare ai cavalli, prepararli e iniziare il cammino, fermarsi, rifocillare uomini e cavalli e poco dopo ripartire per portare a conclusione la tappa, non è semplice.